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Source: Il Fatto Quotidiano
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Source: Il Fatto Quotidiano
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Source: Libero Quotidiano
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Source: Libero Quotidiano
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Source: Il Giornale
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Source: Gazzetta.it
Intervista con lo scrittore Marco Lugli
- Dettagli
- Published on Venerdì, 08 Ottobre 2021 11:05
- Scritto da Andrea Turetta
- Visite: 951
«Vide un volto diabolico che la fissava attraverso le palpebre abbassate e che, con un ghigno luciferino, mostrava la sua soddisfazione d’essere venuto al mondo, per conquistarlo. Si ricordò d’essere giaciuta con lo stregone e delle sue parole d’amore. Capì che non solo il suo amore era stato un inganno, ma anche la sua stessa natura di uomo era stata un inganno. Che lui l’aveva scelta per veicolare il Male».
“LA MADRE - La terza indagine del commissario Gelsomino” di Marco Lugli è un romanzo giallo avvincente e oscuro, dalla trama intricata e dai numerosi e ben caratterizzati personaggi, arrivato finalista al premio letterario Amazon Storyteller 2020. Con umorismo amaro e disincantato si racconta delle indagini del commissario della Questura di Lecce Luigi Gelsomino - già comparso nei due gialli precedenti dell’autore - per scoprire la verità su un crudele caso di omicidio e su uno strano rapimento, in cui convogliano segreti inconfessabili, un’insopportabile violenza e anche un mistero dai contorni soprannaturali.
Luigi Gelsomino si rivela un protagonista intenso a cui ci si affeziona dopo poche pagine; malinconico e sarcastico, lo incontriamo mentre è oppresso da una dolorosa solitudine. Sono trascorsi sette anni dalla morte violenta dell’amata moglie Loredana e della figlia che portava in grembo, e il commissario non è riuscito ancora ad elaborare il lutto per la loro scomparsa, rischiando di mettere a repentaglio l’indagine a cui sta partecipando insieme al granitico ispettore Anna Fontana.
Marco Lugli presenta una vicenda complessa che mette in scena intrighi sconvolgenti e che si conclude con un colpo di scena non facilmente intuibile; una storia nera che diventa anche l’occasione per riflettere sulla genitorialità - su quella mancata, su quella cercata disperatamente e su quella fuggita. È infatti un romanzo che parla di genitori e di figli così come della perdita e dell’assenza, soprattutto nel caso di Luigi; Anna, Lara, Elisa, Carlo, Luca e Marta inseguono invece la loro personale idea sull’essere genitori, mentre affrontano i loro demoni e prendono decisioni che a volte si riveleranno sbagliate, e alcune addirittura risulteranno fatali.
In una Lecce che si tinge dei colori dell’autunno si consuma un dramma che condurrà ogni personaggio verso il proprio destino; una città preda di un insistente scirocco, quel vento di sud est che, secondo antiche leggende locali, è portatore di grandi sventure.
SINOSSI DELL’OPERA
È il parto di una ragazza madre, l’innesco del caso di omicidio che riporta il commissario Luigi Gelsomino al centro dell’azione investigativa dopo mesi di aspettativa. Nella sua Lecce, la città dove ha vissuto, dove si è sposato e dove ha sempre lavorato, alcuni fantasmi sembrano materializzarsi e interferire nell’indagine con i loro messaggi provenienti dal mondo dei morti. E se il periodo di riposo lo aveva illuso di essersi liberato della zavorra del suo doloroso passato e di averlo preparato a spiccare un salto verso il futuro, è un intreccio di morte e nuova vita a tenerlo ancorato a terra. Un Salento arido eppure generoso di emozioni, fa ancora da sfondo a questa terza indagine di Gelsomino e sospinge il lettore tra Lecce e il Capo di Leuca, in balia dei venti di Scirocco e Tramontana.
Marco Lugli
“LA MADRE - La terza indagine del commissario Gelsomino”
Genere: Giallo procedurale
Pagine: 352
Prezzo: 19,00 €
BIOGRAFIA DELL’AUTORE
Marco Lugli è uno scrittore e fotografo emiliano che da alcuni anni vive in Salento. “La Madre” (2020) è il terzo romanzo giallo della serie dedicata al commissario Luigi Gelsomino, dopo “Nel Tuo Sangue” (2015) e “Ego Me Absolvo” (2017). Ha pubblicato anche “L’Uomo Tatuato” (2006), “L’Ultimo Tatuaggio” (2012) e “Le Comete” (2019).
L’intervista
Si descriva con tre aggettivi.
Disciplinato, rompiscatole, irrequieto.
Quando ha capito di avere la stoffa per diventare un autore?
Quando gli incassi come autore indipendente hanno iniziato ad assomigliare ad uno stipendio. È il riscontro di pubblico che ti certifica. Credersi qualcuno è solo presunzione.
Chi è stata la prima persona a credere in lei?
Credo si stata la maestra delle elementari che ha costretto i miei compagni a recitare in una versione teatrale del Congresso di Vienna che avevo scritto assieme al mio migliore amico. Adesso lui è il mio commercialista.
Ci parli della sua opera, come è stata concepita, quali sono i protagonisti principali? Quali invece i personaggi secondari?
“La madre” è il terzo romanzo di una serie di gialli dedicata al commissario Gelsomino, un poliziotto in forza alla questura di Lecce. A dispetto del titolo, le madri della vicenda sono più di una e ciascuna interpreta la propria vocazione genitoriale in modo molto diverso dalle altre. Chi desidera essere madre in modo morboso, chi non ha potuto esserlo e via così. La prima scena del libro è un parto durante il quale il neonato viene ripudiato dalla madre che lo vede come figlio del demonio. L’azione lambisce come sempre la storia personale di Gelsomino e si svolge tra Lecce e il Capo di Leuca, in quel contenitore ambientale molto particolare che è il Salento, con le sue forti contraddizioni e la sua capacità di influenzare l’umore delle persone a seconda del vento che lo colpisce. Ad affiancare Gelsomino ci sono altri due poliziotti: l’Ispettore Anna Fontana e l’assistente Colazzo.
Invece, per quanto riguarda le influenze, quali sono gli stili e i suoi scrittori di rifermento?
Sono uno scrittore che ha scritto quattro romanzi gialli ma ne ha letti forse di meno. Quindi influenze in questo genere non credo di averne subite o assorbite. Quando invece mi cimento in narrativa contemporanea, vorrei poter miscelare la capacità introspettiva di Ian Mc Ewan alla sincerità e allo humor di Bukowsky.
Quale consiglio darebbe a un autore emergente in merito alla pubblicazione di un primo libro?
Di non commettere l’errore di credere che una storia personale sia interessante per il resto del mondo. Ogni storia merita di essere narrata, è vero, ma occorre imparare come farlo per non renderla noiosa agli occhi del pubblico.
Crede nel mercato editoriale italiano?
Ho abbandonato l’editoria classica dopo il secondo romanzo. I piccoli editori con cui avevo avuto a che fare coi primi due libri avevano la tendenza a non pagarmi i diritti. Ho preso le vie legali e ho deciso di fare un tentativo come indipendente. Erano ancora gli anni in cui pubblicare da indipendente, agli occhi del pubblico e della critica, voleva dire non farlo in modo professionale. Le cose stanno lentamente cambiando, per fortuna, e anche le grandi case editrici fanno scouting nel mondo indie. Sono molto felice della mia scelta e ho trovato le mie soddisfazioni accompagnate da una grande serenità. Quindi credo nella grossa editoria classica e in quella indipendente affrontata con professionalità. Non credo più alla buona fede di molte case editrici medio piccole, che sono più che altro delle stamperie.
Quali sono i suoi progetti futuri? Qual è il suo sogno nel cassetto?
Il quarto capitolo della serie di Gelsomino, in verità, è uscito da qualche settimana con il titolo “Le Sepolture”. Dopo due gialli scritti durante i due consecutivi inverni in lockdown ora sto scrivendo qualcosa di diverso. Un libero sfogo della mia fantasia su tematiche religiose e filosofiche affrontate in chiave divertente.
Il tempo libero è la vera ricchezza, quindi il mio sogno è di riuscire ad averne sempre di più da dedicare alle mie passioni. Scrivere è fra queste.
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