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Source: Gazzetta.it
Intervista con Massimo Lanzaro
- Dettagli
- Published on Giovedì, 07 Ottobre 2021 18:09
- Scritto da Andrea Turetta
- Visite: 1088
«È inammissibile che i disturbi mentali causino ancora condizioni di emarginazione e discriminazione. A causa della stigmatizzazione le persone vedono violati i loro diritti umani e molte di loro sono private dei loro diritti economici, sociali e culturali, divenendo vittime di limitazioni nel diritto al lavoro, all’istruzione, alla procreazione ed alla possibilità di ottenere le migliori condizioni di salute. È per questo auspicabile che si verifichino profondi e radicali mutamenti. In tal senso questo volume presenta un paradigma concettuale ed un approccio clinico, organizzativo e terapeutico assolutamente originali».
“Il medico dell’anima - Critica alla psichiatria dell’era pandemica” dello psichiatra e saggista Massimo Lanzaro è un’interessante raccolta di interventi incentrati sul proporre nuovi approcci per la prevenzione e la cura di ansia, depressione, panico, psicosi, fobie, stress da Covid e disturbi di personalità, con attenzione riservata non solo ai pazienti ma anche ai clinici e ai familiari.
L’autore auspica una rivoluzione nella gestione della sofferenza psichica e un’azione di anti-compartimentalizzazione delle branche del sapere in ambito psichiatrico, e propone la sua originale visione attingendo anche alla cultura cinematografica, sua grande passione. Vi sono quindi menzioni a significative opere quali il documentario “Samsara” di Ron Fricke - in merito alle aberrazioni odierne dell’essere umano - o il film “Il profeta” di Jacques Audiard, nel saggio in cui si tratta di fondamentalismo religioso. E all’arte cinematografica in generale si dedicano parole importanti, che mostrano l’attaccamento dell’autore a un linguaggio audiovisivo costruito su archetipi insiti nell’inconscio collettivo, che permette allo spettatore di identificarsi e vivere le emozioni senza pericolo, e allo stesso tempo fornisce uno strumento per comprenderle meglio e per operare una consapevole presa di coscienza personale.
Con una prefazione di Sir David Goldberg, Professor Emeritus al King’s College di Londra, il testo propone saggi divulgativi che possono essere approcciati anche dai non addetti ai lavori, ispirando riflessioni e domande sulla nostra salute psichica, facendo il punto sui successi e sui limiti dell’attuale terapia psichiatrica e reclamando un rilancio della disciplina sia a livello medico sia a livello accademico. Con lucidità e fermezza, e non risparmiandosi critiche costruttive, Massimo Lanzaro accompagna il lettore in un viaggio di esplorazione dei disturbi mentali, delle loro cause e dei possibili rimedi, cercando di eliminare il pregiudizio sociale e culturale che ne consegue. L’autore spazia (tra i tanti argomenti) dall’imprescindibile ambito della psicoeducazione alla limitatezza del “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali” (DSM), passando per l’analisi dettagliata della depressione (distinguendola, a scanso di equivoci, dalla normale tristezza o dalla demoralizzazione) e del disturbo d’attacchi di panico (di cui è di notevole interesse la digressione sulla figura del dio Pan nella mitologia greco-romana), fino ad approdare a una riflessione sul mondo liquido in relazione al disturbo borderline di personalità e ai pericoli del sovraccarico superegoico in tempi di epidemia di coronavirus.
SINOSSI DELL’OPERA
In questa raccolta di saggi il mio tentativo è quello di sviluppare la possibilità di un approccio diverso alla sofferenza, diverso da quello pragmatico e talora brutale della cultura (nord)americana, differente da quello che viene erogato dai nostri malmessi servizi pubblici di salute mentale di questi tempi. Al contempo auspico che questo sia un input preliminare per una anti-compartimentalizzazione delle branche del sapere nel nostro ambito, in cui neuroscienziati, cognitivisti, comportamentisti, neuro-biologi, psico-neuro-immunologi, neuropsicanalisti, umanisti, filosofi, psicofarmacologi, fenomenologi, clinici, managers, psicoanalisti freudiani, ortodossi e non (e la lista sarebbe molto più lunga) sono "racchiusi" nella propria nicchia di sapere, custodendo gelosamente segreti che, se fossero invece debitamente integrati, porterebbero probabilmente ad una reale rivoluzione anche culturale, di cui c'è ormai immenso bisogno se si ha a cuore l'autentica cura delle persone.
Massimo Lanzaro
“Il medico dell’anima - Critica alla psichiatria dell’era pandemica”
Genere: Saggistica/Psichiatria
Pagine: 166
Prezzo: 14,00 €
BIOGRAFIA DELL’AUTORE
Massimo Lanzaro - medico, psichiatra, psicoterapeuta e neuroscientista - è stato Primario e Lecturer al Royal Free Hospital di Londra, Direttore Sanitario in Italia e in Inghilterra, didatta con il Centro per la prevenzione delle psicosi UNIMORE/AUSL RE. Attualmente è Dirigente Medico e scrive sulle riviste B-liminal (UK), sulla C.G. Jung Page (US), su Ibridamenti/2 e collabora regolarmente con Psychiatry Online Italia. Complessivamente è autore di più di 20 articoli pubblicati su riviste scientifiche nazionali ed internazionali, di oltre 100 scritti che analizzano il cinema, l'arte, la letteratura e la poesia con approccio psico-sociologico, degli ebook "Nel punto atomico dove scompare il tempo. Saggi di psicologia" (2013), “L'effetto Casimir. Nuovi saggi di Psicologia" (2015) e “Il mito della normalità” (2018). Con la casa editrice Mimesis ha pubblicato il volume “Lo schermo e la diagnosi” (2019).
L’INTERVISTA:
Si descriva con tre aggettivi.
Osservatore, curioso, paziente.
Quando ha capito di avere la stoffa per diventare un autore?
Rispondo con un curioso aneddoto: quando il Prof. Mario Galzigna si procurò il mio numero di telefono, dopo aver letto un mio saggio sul “Grande Altro” lacaniano, semplicemente per comunicarmi che, bontà sua, secondo lui c’era del genio in quanto avevo scritto.
Chi è stata la prima persona a credere in lei?
Gabriele La Porta, l’ex direttore di Rai Due, che mi reclutò per collaborare stabilmente con la rivista di matrice junghiana a diffusione nazionale “Anima Mundi”.
Ci parli della sua opera, come è stata concepita, quali sono i protagonisti principali? Quali invece i personaggi secondari?
La mia prima opera “Lo schermo e la mente” parla di cinema e psicologia. E’ stata sicuramente ispirata dal libro di Eric Berne “Ciao.. e poi?”: ovvero di cosa parlano le persone dopo essersi incontrate magari per la prima volta e dopo essersi salutate. All’epoca mi chiesi quanto noi siamo in grado di parlare di cinema al punto che il titolo di quel volume forse doveva essere: “Mi piace questo film o non mi piace… e poi?”
Invece, per quanto riguarda le influenze, quali sono gli stili e i suoi scrittori di rifermento?
In ambito professionale Jung, Hillman, Marie Louise von Franz. Più in generale David Foster Wallace.
Quale consiglio darebbe a un autore emergente in merito alla pubblicazione di un primo libro?
Di essere cauto, ad esempio rispetto alle case editrici che chiedono finanziamenti, soprattutto se sproporzionati, ed ai facili entusiasmi, ma di non abbattersi alle prime difficoltà.
Crede nel mercato editoriale italiano?
Posso avere la domanda di riserva?
Quali sono i suoi progetti futuri? Qual è il suo sogno nel cassetto?
In generale, voglio essere sicuro che, indipendentemente dalla posizione in cui mi trovi, sia costantemente alla ricerca di opportunità di crescita dentro e fuori il mio ruolo. Probabilmente in una dimensione più accademica di quella che ricopro al momento, oppure, se capita l’occasione giusta, di nuovo all’estero. Il mio sogno è quello di diventare un divulgatore del calibro, ad esempio, di Vittorino Andreoli, che ho il privilegio di conoscere e di cui ho enorme stima.
Contatti
https://www.facebook.com/dott.massimolanzaro
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