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Source: Il Fatto Quotidiano
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L'attore è entrato in scena per presentare lo sceneggiatore del telefilm, Greg Berlanti, premiato per il suo impegno a favore[…]
Source: Il Fatto Quotidiano
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Source: Libero Quotidiano
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L'intelligence militare di Kiev ha attaccato una base militare russa dislocata sul territorio siriano. Il sito colpito veniva utilizzato dal[…]
Source: Il Giornale
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Source: Libero Quotidiano
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Source: Gazzetta.it
Intervista con AMPLIFIRE
- Dettagli
- Published on Venerdì, 27 Novembre 2020 15:28
- Scritto da Andrea Turetta
- Visite: 1031
Questo album scava: è una macchina del tempo, un excursus su eventi già accaduti, dei quali si possono rivedere i flashback...è anche una finestra sul mondo esterno, ingombrata però da un televisore che impedisce di vederne al di fuori, e su quello schermo scorrono i video che trasmette la macchina del tempo. Sono dei loop ricorrenti, e l'unica scelta pare essere guardarseli fino a quando da essi si sarà imparato il modo per aprire la finestra ed uscire fuori. In questo disco suonano: alle sezioni ritmiche Nicola Troiani ed Enzo Locatelli, Dario Frisone e Paolo Airoldi, Stefano Bertolotti ed Andrea Amelio; alle voci Laura Franzon, Raffaele Gigliotti, Nicola Troiani e Marco Nicolini; alle chitarre, composizione, arrangiamenti e testi Marco Nicolini. Mix di Stefano Bertolotti e Gabriele Gigli; mastering di Yonatan Rukhman; edizioni Ultrasoundrecords USR.
BIOGRAFIA
Amplifire è un progetto musicale che si propone una fusione fra diverse Arti, rinforzandone le vicendevoli capacità di creare emozioni ed attuando nel contempo un'analisi critica di ciò che circonda tutti noi.
Ci interessano ed influenzano varie forme espressive: pittura, cinema e video, letteratura ed anche fumetti, non riconoscendo una reale linea di demarcazione che separi queste attività.
Wassili Kandinskij diceva: «Già molto presto mi resi conto dell’inaudita forza d’espressione del colore. Invidiavo i musicisti, i quali possono fare arte senza bisogno di raccontare qualcosa di realistico. Il colore mi pareva però altrettanto realistico del suono».
La Pittura- nell'atto dell'esecuzione di un dipinto - è inevitabilmente ispirata dalla musica che si sta ascoltando o immaginando in quel momento e, pertanto, vi si lega integrandola e da secoli teorie accomunano elementi fisici simili, ma caratterizzati da parametri di riferimento di diversa misura, come sono le onde luminose e le onde sonore.
Il genere letterario che maggiormente ci coinvolge è la Fantascienza nel suo filone Cyberpunk, la cui apparente visionarietà disorganica cerca di indagare con logica il futuro: ogni suo elemento ha una spiegazione già individuabile nel nostro presente reale. Gli scrittori cyberpunk hanno prodotto opere che sfidano una facile categorizzazione, narrando di personaggi con grandi dubbi immersi in società future oscure, torve e depressive e descrivendone l'estrema innovazione tecnologica, nella quale siamo già immersi e che ormai pervade anche le nostre attività artistico/espressive.
Crediamo che oggi la Musica, pur godendo di larga diffusione mediatica, sia relegata a marginale ruolo conformistico, come il Costume e le Mode: molto pubblico si accontenta di condividere con “i suoi” artisti pose estetiche che appaghino il proprio edonismo. Amplifire rifiuta questa abitudine e vuole invece proporre novità da ascoltare ed anche da vedere, vuole suggerire riflessioni nuove a chi volesse solo paragonarne il lavoro a quello di altri, a chi cercasse di trovare un “genere” nel quale classificare ed inscatolarne la musica per poi tornare, rassicurati, ad apprezzare i “soliti” artisti ai quali si è abituati.
Riteniamo che attualmente la musica Rock abbia perso la sua vera capacità evocativa: Amplifire intende farlo portando sul palco un duo che suona, come fosse un intero gruppo rock, brani originali corredandoli con suggestioni visive, sia proiezioni video sia, qualora sia fattibile, esponendo una galleria di opere dipinte sullo stesso tema delle canzoni, stimolando così ulteriormente l’immaginazione del pubblico durante l’ascolto e la partecipazione.
Nella performance di Nik (chitarrista-compositore-arrangiatore) e Laura (cantante-strumentista) il repertorio prende forma di un’esibizione live che si integra a tracce audio programmate, avvalendosi del supporto di Visuals sincronizzati.
- Quando avete iniziato a fare musica?
Come Amplifire ufficialmente intorno al 2010, con varie collaborazioni provenienti anche da molte precedenti esperienze di altre band. Anagraficamente dall'età di 15 anni quasi sempre in maniera autodidatta, molto seguendo gli esempi di artisti successivamente nominati.
- Con quali artisti siete cresciuti?
Con musicisti Rock...anzi prima ancora con Cantautori italiani ed americani e con la musica Progressive, ascolti degli adulti in famiglia. A seguire il Pop inglese, il cui apice sono Beatles, e poi il Punk Rock, diretto ed urgente, la successiva New Wave che può comprendere i Cure, i New Order, Sister of Mercy etc ma anche le sperimentazioni elettroniche anni '70 e '80 che stupivano ed aprivano atmosfere misteriose, e la Jazz-Fusion. Gli anni '90 hanno portato l'ultima fortissima ondata di creatività e libertà musicale con il Crossover (Jazz misto Funky-Soul misto Metal) ma anche l'Acid-Jazz, il Grunge e la scena Elettronica - Rock inglese (Prodigy ma anche Massive Attack o Chemical Brothers per fare esempi).
Però la domanda chiede delle influenze di quali artisti, ed essendo gli Amplifire convinti che le Arti si incontrino, si mischino e si compenetrino e non siano comparti stagni, vanno aggiunti Artisti quali il Giotto, Caravaggio, Goya, Salvador Dalì, Vincent Van Gogh e Henry de Toulouse-Lautrec, Egon Schiele, Gustav Klimt, Otto Dix ed altri e la fantascienza visionaria di Philip Dick, Isaac Azimov e gli scrittori cyber-punk in generale ed il Cinema di Linch, Cronemberg, Tim Burton, Tarantino e Kitano ed altri
- Come nasce la vostra musica? Quali sono le vostre fonti d’ispirazione?
Nasce da anni di passione per la musica, per l'ascolto di certi suoi dettagli, soluzioni e scelte a volte straordinarie compiute dagli autori e interpreti che preferiamo...Ceti artisti hanno cosrtuito un mondo nel quale ci si può addentrare ogni volta che li si ascolta, ogni volta che si ha voglia di quelle sensazioni piuttosto che di altre
- Di cosa parla la vostra nuova avventura musicale?
Questo album un pò riprende temi dei vecchi brani, all'epoca trattati in maniera più generica da vari scrittori di testi, ma più compiutamente parla dell'avventura esistenziale di chi oggi ne ha scritto e composto i brani musicali, degli errori che ha commesso e delle continue riflessioni sugli stessi, delle angosce che crescono rigogliose manco fossero un orticello ben coltivato, dell'essere bloccati, del tempo che passa e sferza la nostra corteccia scartavetrandone la superficie...ma parla anche di una grande esigenza di fare musica e forse, attraverso di essa, esorcizzare almeno i parte quanto qui descritto
- Quali sono i generi in cui spaziate nella vostra produzione?
Rock prima di tutto, con le sue chitarre distorte, i bassi e le batterie potenti...Poi la new-wave, il post punk, il nostro Dark (che per gli anglofoni è il Gothic) certa musica elettronica, generi comunque riconducibili al rock ma spesso più sperimentali, più intimisti nei temi trattati e nelle atmosfere, più drammatici. Citazioni di Blues e di Psichedelia ed anche, alla lontana, quasi per scherzare, di Jazz...Musica sperimentale degli ultimi 60 anni circa
- Cosa ne pensate dei social e del web in generale come mezzo per farsi conoscere?
Il web ormai pervade tutta la nostra attuale società e, di conseguenza, anche la musica: è un media informativo ed uno strumento, come pure i Social Network, e come ogni strumento (in musica lo sappiamo tutti) dipende dall'uso che se ne fa. Se il web mi permette di farmi conoscere, chessò in Korea, viva il web; se mi consente di suonare a distanza con musicisti di vari capi del mondo (cosa attuabile ma che devo ancora sperimentare) va benissimo; se oggi, che siamo ancora relegati nelle nostre abitazioni, con una linea Internet ed un Social posso fare musica dal vivo in diretta e raggiungere i miei amici e nuovo pubblico, ben venga. Di certo il web non è l'Eldorado, anche per via di quanto sia già "intasato" di contenuti, è piuttosto una condizione necessaria ma non sufficiente per comunicare, ma cerchiamo sempre di pensare anche ad altre vie...
- Cosa non deve mai mancare in un brano che ascoltate e in uno che scrivete?
Forza, intensità, emozioni...originalità, nel senso di espressione di qualcosa di nuovo, di un nuovo punto di vista su un tema o sulla musica...magari potrà assomigliare ad altro, può e deve avere riferimenti stilisti, omaggi ma senza mai esattamente uguale, clonato da altro