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Intervista con i No Hay Problema
- Dettagli
- Published on Lunedì, 16 Maggio 2016 17:37
- Scritto da Andrea Turetta
- Visite: 1448
A tre anni di distanza dall’album di esordio, la band palermitana No Hay Problema, formata da Irene Ientile (voce), Marco Faldetta (basso e contrabbasso) e Lucia Lauro (percussioni) è tornata con un nuovo lavoro, dal titolo “Quando La Musica Suona” . Un album caratterizzato dalla varietà delle forme musicali e dei testi: dal jazz all’elettronica, dalla ballata alla ninna nanna; si parla di amore, di musica e di questioni sociali in modo ironico e scanzonato, attraverso arrangiamenti essenziali e sonorità minimali che sono il marchio di fabbrica dei No Hay problema. Ecco l’intervista gentilmente rilasciata…
Il gruppo dei No Hay Problema com’è nato?
Marco: In realtà ci hanno trovato sotto un cavolo marcio perchè ci aveva fatto cadere un pipistrello ubriaco... scherzo. La versione ufficiale è che nel 2010 suonavamo in una cover band e una sera gli altri musicisti ci diedero buca, ma noi andammo a suonare lo stesso e da allora abbiamo sempre suonato in trio.
Il vostro nuovo album, “Quando la Musica Suona”, si riallaccia un po’ al discorso fatto con il vostro album d’esordio, oppure è una pagina totalmente nuova quella che avete scritto?
È rimasta la scelta di curare l'equilibrio tra questi tre strumenti, infatti gran parte dei brani del disco rimangono in trio. Sicuramente rispetto al primo questo lavoro è più omogeneo, nel primo le varie influenze jazz, latino, pop erano distinte in ogni brano. QLMS (“Quando La Musica Suona”) è stato influenzato dalle tante date fatte in giro per l'Italia durante le quali è emerso il sound dei No Hay Problema.
Siete contenti per come è uscito alla fine il nuovo disco?
Si, ne vogliamo fare subito un altro perchè quando fai un lavoro in cui ti riconosci vuoi continuare a farlo sempre meglio.
Dalla loro ideazione alla stesura finale, le vostre canzoni ottengono notevoli variazioni?
La musica delle nostre canzoni la scriviamo insieme in prova. Quindi si, subiscono molte variazioni legate anche all'umore del momento, all'idea che viene il giorno dopo. Poi arriva l'attimo in cui senti che è pronta perchè le canzoni hanno una vita propria.
Quando si fa musica è bene sperimentare anche unendo sonorità anche molti diverse tra loro?
Si, anche se noi vorremmo solo suonare tarantelle siciliane siamo influenzati da molti generi, anche perchè proveniamo da mondi sonori molto differenti.
Siete molto severi e critici con voi stessi quando riascoltate le canzoni che stanno per nascere?
No, ci pensano la nostra manager Elisabetta e la responsabile della Phatos Serenella.
Finite le registrazioni, solitamente si sale su di un palco… Sarà così anche per voi?
Il primo palco è stato quello del 21 aprile per la presentazione del disco a Palermo e stiamo preparando le prossime date sia in Sicilia che in giro per l'Italia.
Una canzone forse dovrebbe nascere direttamente dal cuore… Possiamo dire che sia una regola?
Marco ha una breve crisi epilettica per il troppo romanticismo. Ecco si è ripreso. Sì, è una regola assoluta.
C’è un momento magico legato alla nascita di “Quando la Musica Suona”?
Ci avevano chiamato a suonare in un parco per un festival delle culture. Andò tutto storto, l'amplificazione non funzionava, attaccamo il basso ad un piccolo ampli a batteria che aveva un suono orrendo. Irene era senza microfono. Eppure la gente era coinvolta, felice. Scrivemmo allora Quando la musica suona per raccontare come al di là di tutto la musica ha il potere di raggiungere le persone.
Ci sono degli artisti che vi hanno fatto desiderare di fare musica attivamente grazie alle loro composizioni?
Tantissimi come i Nirvana, Dalla, Tenco, Path Metheny, Veloso, i Pink Martini che ci hanno ispirato e di cui suonavamo le cover, Louis Armstrong, ma anche i più recenti Bersani, Fabi e Musica Nuda.
Nei concerti, è più semplice riuscire a coinvolgere il pubblico, rispetto a quanto succede con il disco?
Si anche perchè noi abbiamo uno strepitoso Marco Faldetta che sa essere surreale ed esilarante oltre misura. Per noi il live è un gioco, è il momento che aspetti in cui finalmente incontri il pubblico.
Quando si lavora ad un disco è bene lasciarsi andare o rispettare delle regole ben precise?
Durante la composizione lasciarsi andare. Ad un certo punto darsi delle scadenze ed accettare che il disco è la fotografia di un momento e alla fine si deve chiudere.
Oggi nel mondo della musica “tutti possono ottenere tutto” o ci sono selezioni molto rigorose?
È tutto complicato come nel resto della società. Ma poichè la nostra filosofia è No Hay Problema continuiamo a suonare fiduciosi: se qualcosa di bello ed importante deve succedere, accadrà.
Per chiudere: una musica può fare?
Lirilli laralla mitico Gazzè. Come diciamo in Quando la musica suona "senza la rete non ho paura del vuoto tanto lei mi tira su".
Per ulteriori informazioni:
www.facebook.com/nohay.problema.3/?ref=hl - www.nohayproblema.it

