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Source: Il Fatto Quotidiano
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Source: Libero Quotidiano
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Source: Repubblica.it
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Source: Libero Quotidiano
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Source: Gazzetta.it
Intervista con EvaLorys
- Dettagli
- Published on Mercoledì, 15 Maggio 2013 18:10
- Scritto da Andrea Turetta
- Visite: 1116
EvaLorys ha origini nordiche, si è avvicinata al mondo artistico fin da bambina: ha iniziato lo studio della danza classica all’età di 5 anni, diventando una prima ballerina nel settore classico & modern‐jazz e successivamente coreografa. Il brano di esordio, s’intitola “MISTER”, EvaLorys ha deciso di non diffondere la sua immagine almeno per il lancio della canzone, partendo dalla convinzione che il messaggio di un testo e la bellezza di una melodia debbano tornare ad essere la vera ragione per fare musica. Ecco l’intervista gentilmente concessa…
Il tuo singolo d’esordio s’intitola “Mister”. E’ ispirato a qualcuno di reale o più in generale, ai tanti personaggi che lottano per il potere sulla pelle della povera gente?
La lotta al potere è antica quanto il mondo, ma più i secoli passano e più questo sta alimentando l’autodistruzione. I cosiddetti “potenti” agiscono come se fossero immortali; ma sono solo degli agevolati, che dimenticano che l’inizio e la fine sono uguali per tutti.” Mister” è rivolta a tutti coloro che, per la posizione in cui si trovano, potrebbero agevolare la salvezza della terra e di tutti coloro che soffrono o muoiono a causa delle lotte di potere, ma non lo fanno.
Hai scelto di non diffondere la tua immagine per il lancio del tuo singolo. Volevi quindi mettere in primo piano la sostanza e non l’immagine? Bisogna tornare a dare la giusta importanza alla musica più che a ciò che dovrebbe essere una cornice?
Si, perché ritengo che la vera “prima-donna” sia LA MUSICA ! (intesa come sostanza).
La melodia ed un testo che contenga un messaggio, sono le principali componenti di una canzone; poi c’è l’armonia; poi viene l’interpretazione, la voce e l’arrangiamento ed infine l’immagine dell’artista.
Cosa ricordi delle tue prime esperienze musicali?
Vengo dal mondo classico: ho studiato in conservatorio quindi, le mie prime esibizioni in pubblico, a soli otto anni, prevedevano Mozart, Chopin, e Bach; ma a casa la musica diventava “leggera” : mi divertivo a cantare e suonare insieme a mio nonno, che si destreggiava tra violino, pianoforte e chitarra.
Poesia e musica, hanno dei punti d’incontro?
Chi ha studiato storia della musica, sa che la tragedia greca nacque durante delle cerimonie dedicate al dio Dioniso, con momenti di estasi generale: il coro, che eseguiva dei movimenti cadenzati, sia all’inizio che all’uscita di scena, inizialmente esisteva da solo, e ad un certo punto servì ad accompagnare dei testi letti da un narratore; quella fu una prima forma di musical! Musica e poesia fanno rima con magia…
Quanto sono importanti le esperienze dirette e quanto la fantasia quando ci si appresta a far nascere una canzone?
Le esperienze dirette generano quasi sempre il “cantautore” o colui che parla di sé; se invece unisci esperienza e riflessione alla fantasia, puoi generare una canzone che riesce a toccare l’anima.
Quali sono gli artisti in campo internazionale che senti più vicini al tuo mondo musicale?
Sono molti gli artisti che mi piacciono, e molto diversi tra loro, ma nei periodi in cui compongo smetto di ascoltare musica, per non influenzare la mia creatività.
Dedichi tante ore allo studio ed al perfezionamento artistico?
La mia formazione iniziale è accademica, sia per quel che riguarda il pianoforte, che la danza ed il canto lirico; ma con l’esperienza estesa nei tre settori anche negli Stati Uniti , ho avuto modo di integrare alla mia formazione accademica qualcos’altro: ho conosciuto, ad esempio, un metodo americano che mi ha fatto capire che non c’è canto lirico o pop nello studio della voce: esiste uno strumento a corde e fiato, che va usato nel modo più naturale possibile ed allenato, come nello sport o nello studio di uno strumento. Io lo faccio costantemente ed il mio motto è “the voice is air…let it fly”.
Quando si compone, quanto contano cuore e passione?
SONO TUTTO! Se non hai un’anima ardente ed un cuore appassionato allora: o non sei un artista, o lo fai solo per soldi e per la ricerca della celebrità.
Raggiungere un proprio stile ed identità, quanto è importante per un artista?
Ogni artista dovrebbe rappresentare il più possibile la propria personalità, e non correre dietro alla fama e al successo…perché non è tanto diverso dalla “corsa al potere” di cui parlavamo prima…
L’aspetto “live” del tuo lavoro, quanto ti piace?
Molto: in quei momenti, l’espressione di un artista si nutre dell’emozione del pubblico.
Per chiudere, come vedi l’utilizzo della tecnologia nelle canzoni?
Questa è proprio una bella domanda…a quanto pare non sono l’unica ad essere stufa di tutti questi suoni “sintetici”…! La risposta è che la tecnologia nella musica è interessante ed utile, ma quando prevale sugli strumenti…allora è troppo.
www.safeandsound.it