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Source: Gazzetta.it
Nuova intervista con GB Project
- Dettagli
- Published on Sabato, 14 Aprile 2018 11:24
- Scritto da Andrea Turetta
- Visite: 649
Magip è il nuovo capitolo discografico firmato GB Project, formazione costituita da Alessandro Scala (sax soprano e sax tenore), Gilberto Mazzotti (pianoforte e piano elettrico), Piero Simoncini (contrabbasso), Michele Iaia (batteria) e dallo special guest Simone Zanchini (fisarmonica). Licenziato dall’etichetta Alfa Projects, marchio registrato della nota casa discografica Alfa Music, Magip è un album che consta di otto brani originali. Alle domande ha risposto Gilberto Mazzotti, compositore di tutti i brani originali contenuti in MAGIP.
Domanda d’obbligo: come sono nati i GB Project?
I GB Project nascono dalla volontà di Gilberto di mettere insieme prima di tutto un gruppo di persone, prima che una band.
C’è voluto molto tempo per preparare il vostro album, “Magip”?
C’è stata una pre-produzione accurata, ogni brano è stato sviluppato con attenzione curando ogni dettaglio. I brani composti da Gilberto sono stati plasmati raccogliendo le idee scaturite da ogni elemento della band; e questo credo sia il punto cruciale di questo progetto.
Quali sono le esperienze che maggiormente vi sono rimaste nel cuore fino ad oggi?
Un’esperienza che ricordiamo con piacere è sicuramente la nostra esibizione alla prima edizione di Jazz for l’Aquila. E’ stato molto coinvolgente sia dal lato artistico che da quello umano poter contribuire per quella causa.
Quanto di innovativo pensate possa esserci nella musica che proponete?
Oggi giorno pensare di fare qualcosa di innovativo ed assolutamente originale è un utopia. L’importante è non porsi mai barriere stilistiche durante gli arrangiamenti. Credo che serva coraggio e spregiudicatezza per andare oltre alla propria routine musicale. E’ lo spirito di ogni singolo musicista durante l’esecuzione che lo rende esclusivo ogni volta.
Quanto contano per chi compone delle canzoni degli stimoli culturali? ( leggere libri, vedere vari films ecc. )
Leggere, osservare, ascoltare, sono sempre importanti input per poter esporre idee musicali , l’arte si sviluppa con reciproche influenze culturali.
Come vedete l’attuale scena canora italiana?
Meglio non rispondere per non essere fraintesi ………
E a livello nazionale ed internazionale… stiamo uscendo dal periodo di crisi (o secondo alcuni, di profonda trasformazione) discografica?
La discografia jazz internazionale e soprattutto statunitense è molto più rapida nel cambiamento e offre molte più novità rispetto a quello che succede in Italia. In conto la liricità dei brani li rende molto immediati all’ascolto, promuovendo il nostro essere italiani.
Quando preparate una canzone cosa vi fa decidere se è quella giusta per entrare a far parte di un disco?
Per decidere la scaletta di Magip abbiamo fatto caso a quanto le composizioni coinvolgessero il pubblico durante i concerti. Non ti nascondo che abbiamo suonato i brani del disco più di una volta dal vivo prima di entrare in studio di registrazione.
Quando il gruppo entra in sala prove e lavora ad un nuovo disco presumo ci sia un grande coinvolgimento in quello che sta per nascere o sbaglio?
Certamente. Gli arrangiamenti dei brani vengono elaborati insieme e si modificano anche più di una volta fino a trovare la strada giusta per ogni composizione.
Oggi, quanto è difficile riuscire a realizzare un album? Sia dal punto pratico che progettuale?
La difficoltà nasce dal momento in cui non si ha il coinvolgimento da parte di tutti gli elementi della band. La forza di questo progetto credo sia nelle persone e nella voglia comune di proporre musica originale. Quando si parte da questi presupposti, costruire un album è molto piacevole e stimolante.
Ci vogliono tante stesure prima che una canzone vi convinca appieno?
Alcune volte si, arrivano subito e non abbiamo dubbi sulla loro efficacia. Altre volte vengono cambiate anche a distanza di anni, un po’ per voglia di cambiarle, un po’ perché suonandole tante volte, troviamo idee migliori.
Nel mondo odierno, conta sempre più l’immagine. E’ importante per chi si occupa di musica?
L’aspetto è sempre il primo fattore che si manifesta, ma non ci si deve fermare solo a quello perché è dietro il vero valore di un’immagine che rende veramente apprezzabile la facciata.
E, a proposito di musica, cosa vi piace e cosa meno, di questo ambiente?
La possibilità di esprimere le proprie emozioni a molte persone cercando di comunicare con i suoni sensazioni della vita attraverso il proprio strumento.
Sicuramente la scarsa possibilità di esibirsi con continuità non ci favorisce. I Festival e le rassegne che danno spazio a progetti originali non sono tanti. Di conseguenza anche il pubblico è poco educato alle novità, ma noi crediamo nel nostro lavoro di propagazione e persistiamo.
Poesia e musica: quali i punti in comune?
Come si diceva prima, le sincere emozioni espresse attraverso scritti o suoni sono sempre “tocca sano “ per l’anima dell’ascoltatore .
Il momento Live è per molti, un momento di divertimento puro ed improvvisazione. Vale anche per voi?
Certamente sì. E’ l’improvvisazione durante l’esecuzione che sprigiona l’energia del quartetto e di ogni suo componente.
C’è qualcuno che desiderate ringraziare per la riuscita del vostro album?
Sicuramente Simone Zanchini per il suo prezioso contributo, Andrea e Ivano per la splendida collaborazione nella registrazione e risultato del suono trasportato nel CD e tutte le persone con cui abbiamo legami di vita.
Una canzone di altri che vi sarebbe piaciuto scrivere…
Le canzoni belle sono tante, sceglierne una sarebbe discriminante.
Possiamo dire che la vostra musica nasce un po’ come in una bottega artigianale?
Sì sì , infatti possiamo ritenerci artigiani perché i brani sono proprio costruiti con le nostre mani, dove le peculiarità singole vengono assemblate come in un mosaico , composto da tanti frammenti ma visti da distanza sembrano un’immagine unica.