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Intervista con la scrittrice Marta Lock
- Dettagli
- Published on Sabato, 26 Novembre 2016 17:57
- Scritto da Andrea Turetta
- Visite: 1469
“ Ricomincia da te”, é il nuovo libro della scrittrice Marta Lock, nota al pubblico per i suoi romanzi vincitori di diversi premi letterari e recentemente insignita di un Premio alla Cultura. Ricordo che domenica 18 dicembre 2016 alle ore 17.30 avrà luogo il secondo appuntamento in Veneto con il tour di presentazioni del volume. L’evento avrà luogo nella Libreria Goldoni di via Castellana 37 di Treviso. Ecco, l’intervista gentilmente rilasciata dalla scrittrice…
Dopo parecchi romanzi è arrivato il tuo primo saggio, “Ricomincio da te”. Com’è arrivata questa svolta?
In realtà è stata praticamente una conseguenza naturale di un percorso che ho intrapreso nel 2011 quando ho aperto il mio sito per pubblicare la rubrica L’Attimo Fuggente, nata come approfondimento dei miei aforismi, i Pensieri della sera, che ormai il pubblico conosce benissimo e per cui sono diventati un appuntamento quotidiano. Negli articoli esamino di volta in volta argomenti diversi ma sempre legati al tema dei sentimenti, emozioni e relazioni, sia affettive che interpersonali, nella complicata contemporaneità dove sembra più facile nascondere e negare che non lasciarsi andare al bello che la vita offre. La rubrica nel tempo è diventata seguitissima sulle mie pagine social e Leonardo Lovari di Harmakis Edizioni, che la seguiva su Linkedin, mi ha chiesto di poter fare qualcosa insieme così ho pensato di fare una raccolta degli articoli dandogli però una struttura editoriale. Ciò che ne è nato ha stupito anche me: un vero e proprio percorso per vivere la vita in un modo più sereno e consapevole, accettandone le salite e le discese come parti fondamentali della crescita personale di ognuno.
Hai potuto lavorarci in maniera tranquilla o la lavorazione è stata piuttosto veloce e scorrevole?
Nel momento in cui ho pensato alle otto fasi in cui dividere gli articoli, che poi corrispondono ai capitoli del libro, sono passata al raggruppamento e al taglio di alcune parti che nella consequenzialità della lettura sarebbero risultate in eccesso. L’idea nella mia mente c’era già, così come i contenuti perché parte dei vari episodi della rubrica, è stato più che altro un lavoro di ricerca quello che ho fatto, per dare al libro la forma definitiva. Perciò, per rispondere alla tua domanda, mi sono sentita molto serena nel descrivere il percorso di Ricomincia da te, percorso che io per prima ho affrontato nel corso della mia vita, sorridendo anche in momenti in cui nessuno avrebbe avuto voglia di farlo, e seguendo la mia guida interiore, o flusso emotivo, da cui mi sono sempre lasciata guidare in ogni mia scelta e decisione. E’ stato anche molto facile scegliere la copertina, un’opera della bravissima pittrice Alberta Marchi, che sembra essere stata creata appositamente per il libro.
C’è stata un’idea di base da cui sei partita per mettere insieme questo saggio?
La mia forte presenza e reattività sui social mi permette di essere in stretto contatto con i lettori e di conseguenza osservarne e comprenderne paure, bisogni, difficoltà, quindi ho realizzato che molte persone si sentono sole con i propri guai perché parlarne spaventa, perché ammettere una debolezza è inammissibile, così ogni cosa cova dentro senza essere mai guardata, esplorata, portata alla luce e di conseguenza superata. Il libro è nato come un suggerimento, come un modo per far capire al lettore che qualunque cosa può succedere a noi in questo momento tanto quanto ad altri, nello stesso o in un altro tempo, e che se si guardano le cose da un’ottica più ampia, forse quella difficoltà, quell’ostacolo, quella fase brutta poi spesso si rivela un bene, una deviazione verso un miglioramento che mai avremmo immaginato. O, nel peggiore dei casi, ci aiuta a capire quanta forza impiegare per superarli dunque, dopo il momento cupo, la cosa migliore è rialzarsi e comprendere quale sia il buono che possiamo prendere dall’esperienza e lasciare alle spalle ciò che è stato. Per ricominciare. Uno dei miei aforismi dice proprio così: l’esperienza è tutto ciò che resta… quando siamo convinti che di qualcosa… non sia rimasto nulla…
I tuoi precedenti lavori ti sono stati utili in fase di preparazione di questo nuovo libro?
Tutti i miei romanzi sono molto introspettivi, nel senso che ciò che emerge in modo chiaro è il carattere dei personaggi, i loro tratti caratteriali e psicologici, non quelli fisici, perché ho sempre pensato che dando una descrizione esteriore troppo dettagliata le persone che, pur sentendosi vicine alle vicende, appartengono a tipologie estetiche differenti, si distaccano dal protagonista, lo sentono diverso. Se si tratteggia in modo chiaro il pensiero, il carattere, l’emotività, il lettore si sente coinvolto, letteralmente tirato dentro, qualunque sia la sua religione, la sua razza o il colore della pelle. Perché, e qui si lega perfettamente il senso di Ricomincia da te, noi siamo emozione, non siamo uomini né donne, siamo esseri emotivi, diversi semmai nel modo di esprimere ciò che proviamo, ma uniti nel sentire.
La passione per la scrittura è nata fin da bambina o si è sviluppata più in là negli anni?
Non ho mai pensato, né sognato, né immaginato di diventare una scrittrice prima del 2010, anno di pubblicazione di Notte Tunisina, il mio primo romanzo, quando ho seguito l’impulso che mi spingeva a scrivere un libro. E’ stata una grande sorpresa anche per me soprattutto perché non ho mai seguito nessun corso di scrittura, e rileggere la prima stesura dopo averlo finito di getto mi ha dato la strana sensazione di non credere che potessi averlo scritto io! Mi sono emozionata, così come mi è successo con tutti gli altri romanzi. Però devo dirti che sono da sempre una lettrice onnivora: il mio nonno materno per farmi mangiare mi leggeva le favole e, non appena ho potuto ho iniziato a farlo da sola. Nel corso degli anni ho letto dai romanzi chic-lit ai classici del Teatro dell’Assurdo, dalla letteratura anglosassone a quella francese fino a indirizzarmi a quella statunitense, che mi ha fatto scoprire la semplicità e la scorrevolezza nell’esposizione fondamentali per portare il lettore nelle profondità di significati in cui l’autore intende condurlo, senza costringerlo ad azionare la parte razionale necessaria a comprendere un’esposizione più complessa ma che lo distoglie dal trasporto emozionale.
Credi sia difficile riuscire a coinvolgere il lettore con un nuovo romanzo o più in generale, con un libro?
Oggi molto più di ieri perché viviamo in un’epoca in cui le informazioni arrivano velocemente, le persone sono abituate alla televisione, al cinema, dunque uno stile di scrittura classico, notoriamente più lento e meditativo rispetto ai media, può risultare noioso, faticoso, poco avvincente ed è forse questo il motivo per cui molti si sono allontanati e distaccati dai libri. Sta a noi autori la scelta di effettuare un cambiamento andando incontro al pubblico, scrivendo quasi delle sceneggiature, con molti dialoghi, colpi di scena, dando la priorità a ciò che accade piuttosto che a lunghe descrizioni di ciò che è. Questa è la scelta che ho effettuato io, grazie alla mia predilezione per la letteratura anglosassone e in particolare statunitense, perché io per prima, da lettrice, notavo la differenza tra una storia avvincente, dinamica, veloce nella forma - ma non nei contenuti ugualmente intensi - e una invece di stampo più tradizionale in cui tutto era troppo lento, troppo lungamente descrittivo, troppo poco orientato a cambiare scena come accade nei film o nelle serie televisive. E poi, ma questa è una carenza prettamente italiana, manca una connessione tra letteratura, cinema e televisione, sono pochissimi i testi che vengono adattati perché sembrano appartenere a mondi lontani e distinti laddove invece in tutti gli altri paesi, oltre gli Stati Uniti che ne sono il più rilevante esempio, la maggior parte dei lungometraggi e serie televisive sono tratte da opere letterarie di scrittori nazionali. E, si sa, prima o dopo aver visto un film è quasi una conseguenza naturale quella di andarsi a leggere anche il libro, non fosse altro che per la curiosità di vedere quanto si discostino o quanto invece la pellicola sia fedele al testo originale.
In generale, come vedi messo il mondo della scrittura in Italia? Ci sono degli autori emergenti che fanno ben sperare per il futuro?
Devo dire che da questo punto di vista non mi sento di poter dare una risposta adeguata alla tua domanda per due motivi fondamentali: il primo è che io leggo quasi solo i classici moderni perché rientrano in quella parte di studio che ogni autore non dovrebbe mai dimenticare di seguire. Mi ritengo un’artista in continua evoluzione, non ho mai pensato che il mio percorso formativo fosse terminato con la stesura del mio primo romanzo anzi, da addetta ai lavori riesco a leggere con uno sguardo diverso, più tecnico, con quell’ammirazione nei confronti dei grandi dai quali si può solo imparare, libro dopo libro. Il secondo motivo, legato al primo, è che non è nella mia natura mettermi sul gradino più alto della scrittrice affermata che può permettersi di giudicare il lavoro dei colleghi emergenti, proprio perché io mi sento in continua evoluzione, trasformazione, crescita… è che come se io per prima volessi ritenermi perennemente emergente per non perdere la spinta a un continuo tendere verso la crescita, come artista ma anche come persona.
E, a proposito di futuro, spesso siamo abituati a stabilire come sarà il nostro futuro. Non rischiamo di dimenticare di vivere l’oggi?
Sì, decisamente sì. La vita è adesso, qui, in questo momento. Molte persone vivono aspettando un dopo, un qualcosa che quando avverrà regalerà loro quella felicità eterna che altro non è che un’illusione perché la felicità non è dopo, sta in ciò che stiamo vivendo ora, nelle piccole cose che quotidianamente ci accadono ma che spesso dimentichiamo di notare proprio a causa di un’aspettativa poco realistica di un futuro che, nel momento in cui sarà presente, smetterà di essere una speranza e si ridimensionerà di nuovo in quel qualcosa che non riusciamo più a notare. Questo non significa rinunciare ai propri sogni, a non darsi da fare per realizzarli, però il futuro non è più un utopia, la chimera di un appagamento totale che sfugge, bensì un complemento, un qualcosa in più di ciò che già ci rende felici, una spinta a migliorare senza per questo non vedere o non apprezzare il momento presente e tutto ciò che ci regala.
Cosa consigliare a chi desidera avvicinarsi ai tuoi romanzi ed al tuo nuovo volume?
Io credo che la parola chiave sia: emozionarsi. I miei romanzi sono pieni, stracolmi direi, di tutti gli episodi, le vicende, che possono appartenere a chiunque in qualsiasi parte del mondo e di ogni età; l’approfondimento psicologico dei protagonisti li delinea in maniera netta ma anche indefinita, nel senso che, al di là della storia, si perde l’importanza che si tratti di un personaggio maschile o femminile perché ciò che conta, e di conseguenza permette al lettore di immedesimarsi, è il sentire, il palpitare, l’essere. Ci sono stati molti lettori, uomini, che si sono completamente sentiti coinvolti e simili a personaggi femminili, perché protagonisti di vicende in cui loro stessi si erano trovati e che non avevano compreso in pieno. Quindi tanta vita e tanto accadere nei miei romanzi, intrecci, dubbi, sospetti, gioie, rassicurazioni, amicizia, relazioni familiari a volte difficili, paure, incertezze ma poi il coraggio di superarli, forza e determinazione nel perseguire un obiettivo, un sogno, la resa a ciò che la vita regala e il ricominciare a sorridere. Tutti temi che si trovano anche in Ricomincia da te sotto un’altra forma però, quella più meditativa, quella dell’interrogarsi per comprendere, dell’osservare tutto ciò che succede da un punto di vista più ampio per capire che fa parte di un cammino nostro, necessario a una crescita interiore che ci porterà a un gradino di consapevolezza più alto e verso una strada migliore per noi, quella che non avremmo mai preso in considerazione prima di incontrare l’ostacolo che ci ha fatti deviare. La seconda parola chiave dunque può essere: essere positivi. Sempre.
Per ulteriori info:
www.martalock.net
Si ringrazia per la cortese collaborazione Laura Gorini