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Source: Gazzetta.it
Intervista con Principles Sound - Dario Chiazzolino
- Dettagli
- Published on Domenica, 17 Gennaio 2016 15:49
- Scritto da Andrea Turetta
- Visite: 1378
E' uscito per l’etichetta discografica piemontese Tukool Records, “Lost In The Jungle”, il nuovo album griffato “Principles Sound”, una formazione costituita da: Bob Mintzer al sax, Russell Ferrante al pianoforte e alle tastiere, Dario Chiazzolino alla chitarra, Jimmy Haslip al basso, Pino D’Eri al basso e Gianni Branca alla batteria. Il disco, dalle forti tinte fusion, contiene sette composizioni originali autografate da Chiazzolino, Branca e D’Eri. Virtuosismo, groove ed espressività rappresentano il leitmotiv di questa nuova creatura discografica. Durante l’ascolto di “Lost In The Jungle” si avverte la netta sensazione di un perfetto equilibrio tra abilità tecnica dei singoli musicisti e pathos comunicativo. Ecco l'intervista gentilmente rilasciata dal chitarrista del gruppo, Dario Chiazzolino...
Quanto conta la tradizione e quanto l’attualità, nelle vostre composizioni?
Dario: Ritengo che il progetto Principles Sound sia l'incontro tra tradizione ed innovazione. Ad un primo ascolto dell'album si può avere l'impressione che si tratti di un disco di fusion. In realtà il progetto nasce con l'intenzione di abbracciare più suoni, più stili, più sfumature, non può essere sintetizzato con la formula del jazz rock. Se si vuole necessariamente dare una descrizione al progetto, allora penso che sia pertinente parlare di world music.
C’è qualche episodio legato alla creazione del vostro album “Lost in the Jungle”?
Il momento più intenso è stato proprio l'atto della registrazione del disco. Siamo partiti per Los Angeles ed abbiamo registrato Lost in the Jungle in una sola giornata . E' stata un'esperienza molto importante e gratificante.
Trovate ci sia voglia di collaborare tra artisti o ciascuno tende un po’ a guardare in casa propria?
Penso che il desiderio di collaborazione sia elemento motivazionale per ogni musicista che si occupa di jazz o di musica improvvisata. La musica prende vita grazie
all'unione di musicisti diversi, con la finalità di "cucinare" lo stesso piatto, ognuno cooperando con il proprio ingrediente segreto.
Oggi si fa musica più per passione che per un discorso economico… dovrebbe essere un bene per la qualità delle canzoni…?
La scena musicale attuale è ricca di musicisti eccezionali, a partire dalla vecchia generazione fino all' ultimissima. Non è corretto dire che si faccia musica più per passione, benchè la passione stessa sia fondamentale per intraprendere questa strada seriamente. Credo invece che il lavoro del musicista si sia modificato negli ultimi anni. Oggi è possibile affermare che il mercato discografico sia in crisi; internet sotto questo profilo ha fatto dei grandi danni. You tube e Spotify permettono la massima visibilità dell'artista sul web consentendo ai fruitori di questi mezzi di ascoltare tutta la musica gratuitamente. Quindi, perchè acquistare un disco? Ne consegue che oggi l'artista molto difficilmente può vivere vendendo i propri album. L'attività dal vivo e l'insegnamento sono la reale e più pragmatica fonte di guadagno. Ovviamente fanno eccezione una ristrettissima cerchia di artisti pop che per popolarità, moda e perchè no bravura, costituiscono ancora oggi un importante fatturato per l'industria discografica. Più in generale, eccezioni a parte, possiamo dire che oggi i dischi vengono venduti proprio durante i concerti. Se il pubblico presente al tuo spettacolo apprezza la tua musica, allora acquista volentieri il tuo disco.
Quando è pronto un nuovo disco, sentite una certa responsabilità o in qualche modo vi preoccupate per come verrà accolto da critica e pubblico?
Certamente la responsabilità c'è. Ma ritengo sia più importante essere soddisfatti in prima persona del lavoro che si è svolto. Quando sai di aver dato il massimo, sei a posto con la tua coscienza.
Ci vogliono tante stesure prima che una canzone vi convinca appieno?
Dipende. Alle volte il processo è immediato. In altri cosi occorrono diversi ascolti e rielaborazioni al fine di essere davvero soddisfatti. In questo il lavoro di squadra è
fondamentale.
C’è qualche artista con il quale vi piacerebbe collaborare prima o poi?
Sono tantissimi i musicisti con i quali vorremmo collaborare. Non posso sbilanciarmi troppo, ma posso dire che in cantiere c'è la possibiltà di collaborare con una voce
internazionale molto speciale. Non posso dire altro.
Nel mondo odierno, conta sempre più l’immagine. E’ importante per chi si occupa di musica?
Si, in generale è verissimo ma dipende da quale musica si produce. Poichè stiamo parlando di jazz, il discorso dell' immagine ha un peso davvero molto relativo. Se parliamo di pop, assolutamente si. In molti casi, l'immagine ha completamente preso il sopravvento a discapito spesso della qualità del prodotto.
Quali sono i problemi più difficili da risolvere, quando si lavora ad un disco?
Le fasi cruciali sono la pre-produzione che include la composizione e l'arrangiamento dei brani e la post-produzione, la fase più delicata nella quale vengono lavorati i suoni di ogni singolo strumento e il loro reciproco equilibrio. La registrazione è di per se la fase più semplice. Ovviamente parlo per la mia esperienza personale. Non ci sono reali problemi da risolvere quando si produce un disco. Bisogna essere consapevoli che per realizzare un prodotto di alto livello occorre lavorare sodo con una squadra di professionisti capaci. Pino D'Eri, produttore e direttore dell'etichetta discografica Tukool Records e Umberto Ferrara, sound engineer sono due persone di esperienza e talento. Con loro c'è una forte sinergia e fiducia reciproca, nonchè un bellissimo rapporto di amicizia.
Nel mondo della musica, è sempre più difficile dire qualcosa di nuovo?
Si è vero. Siamo circondati da troppe cose, non solo nella musica. Sembra che il mondo sia saturo di tutto. Chi fa musica e in generale chiunque svolga un lavoro creativo, ha il compito per l'appunto di creare. L'atto di creazione è un momento nel quale si guarda necessariamente al futuro. Immagina un qualcosa che di fatto ancora non esiste, e lo crei. Penso che ogni artista che scrive e compone musica, punti all'originalità, ad essere particolare, o più semplicemente miri ad essere se stesso.
Il momento Live è per molti, un momento di divertimento puro ed improvvisazione. Vale anche per voi?
Certamente il live rappresenta per noi il momento di massima espressione. Il disco racconta una storia, che viene immortalata dall'incisione stessa. E' una fotografia che rimane e costituisce una fase precisa nell'evoluzione di un artista. Il live è pertanto il momento di vera comunicazione con il pubblico e con i musicisti con i quali si condivide il palco. E' il momento più vero nel quale il musicista deve dare il meglio di se.
L’uso della tecnologia nella creazione di nuove canzoni, può essere positivo o tende ad appiattire il tutto?
L'uso intelligente della tecnologia può dare degli ottimi risultati. E' uno strumento importante di cui tutti noi oggi disponiamo, anche se a volte c'è il rischio di abusarne. Se oggi un artista con il supporto dell'elettronica è in grado di realizzare un disco "perfetto", sia sotto il profilo della performance sia della qualità e purezza dei suoni, per essere davvero credibile deve però dimostrare di essere altrettanto valido dal vivo. Sennò non ha nessun valore.
Si ringrazia per la cortese collaborazione Stefano Dentice – Ufficio Stampa Tukool Records