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Guerra in Medio Oriente, le notizie di oggi. Israele ha lanciato attacco contro Iran
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Source: Repubblica.it
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"Elly Schlein ridotta a uno zerbino": la pietra tombale sulla leader dall'ex governatore Pd
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Dopo un surreale toto-candidati del centrosinistra, sulle regionali in Basilicata (urne aperte domenica 21 e lunedì 22 aprile) è calato[…]
Source: Libero Quotidiano
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G7, emergenza Patriot a Kiev Armi e prestiti dai fondi russi
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Drammatico appello di Kuleba. L’ipotesi di usare gli interessi sugli asset russi a garanzia di soldi all’UcrainaDrammatico appello di Kuleba.[…]
Source: Corriere.it - Homepage
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Campione low-profile (da 300mila euro): ecco il bolide nel garage di Jannik Sinner
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Un campionissimo low-profile, ovvero Jannik Sinner. L'anno del tennis italiano, l'altoatesino numero 2 al mondo nella classifica Atp (e alla[…]
Source: Libero Quotidiano
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La candidatura di Ilaria Salis, un trucchetto di chi non ha idee che offende la politica
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Sì, candidiamo Ilaria Salis, o forse no, ma in realtà sì. Per tutta la giornata abbiamo sperato si trattasse di[…]
Source: Panorama
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PD: chi di scandalo accusa, da scandalo viene travolto
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Nelle città da sempre guidate dai Dem è un fiorire di inchieste giudiziarie, allarmi criminalità, abitanti infuriati per le scelte[…]
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Leo, lo scandalo è 2.0 "E voi che prezzo avete?"
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Leo, lo scandalo è 2.0 "E voi che prezzo avete?"L'attore romano torna al cinema con la commedia "Che vuoi che[…]
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Val Kilmer: "Non ho il cancro Douglas malinformato"
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Source: Gazzetta.it
Intervista con il cantautore Giubbonsky
- Dettagli
- Published on Martedì, 11 Giugno 2013 08:23
- Scritto da Andrea Turetta
- Visite: 1414
“Testa di nicchia” è il nuovo provocante album del cantautore milanese Giubbonsky (alias Guido Rolando) che che uscito in tutti gli store digitali (Vrec/Believe) ed in versione fisica ai concerti dell’artista. Giubbonsky è un atipico esploratore musicale in costante evoluzione che con la sua musica attraversa diversi generi: dal rock al punk fino al teatro canzone. Ecco l’intervista gentilmente concessa…
Il tuo esordio solista è stato con “Storie di non lavoro” (un tema tra l’altro ben attuale). Con il nuovo album segui un po’ il percorso tracciato o ci sono importanti differenze?
Identica è la motivazione di base ossia la rabbia verso un mondo che mi piace sempre meno, dove per ritrovare il concetto di umanità bisogna chiamare Chi la visto?... una sorta di malessere sociale sempre più presente. Per il resto ci sono parecchie differenze: nello specifico musicale sono passato a sonorità un po’ più cattivelle, sia grazie alla chitarra elettrica sia soprattutto grazie alla presenza di Fabio il batterista in carne ossa e... bacchette, mentre in “Storie di non lavoro” avevo solo loop di batterie elettroniche… Inoltre “Testa di nicchia” è meno “rivendicativo” e schierato rispetto al panorama politico perché ho sentito l’esigenza di una maggiore intimità; una ribellione più privata per certi aspetti.
Senti vicini alla tua musica autori come Enzo Jannacci, Giorgio Gaber che sapevano utilizzare testi pungenti in maniera spesso ironica?
Amo i Maestri che ci hanno insegnato come utilizzare l’ironia un maniera pungente, a volte addirittura devastante; un filtro ironico che non toglie drammaticità al senso globale ma anzi lo rafforza: Jannacci e Gaber erano geniali, ma pure Ciampi, De Andrè e De Gregori hanno saputo raccontare storie “pesantissime” in maniera provocante ma sottile e sensibile… Poi tra i Maestri citerei anche due signori non italiani che si chiamano David Bowie e Lou Reed.
Nel tuo album sei riuscito a parlare della vicenda legata all’utilizzo dell’Eternit ma anche di risparmio energetico…Il cantautore odierno sembra non mancare di trovare ispirazione nell’attualità…
Io mi considero un cantastorie, se vuoi anomalo, non facilmente catalogabile, ma io racconto storie del mio tempo. Per me è naturale parlare di ambiente e della grande madre di tutti noi, la terra. L’eterna rincorsa al profitto continua a provocare morte, distruzione, inquinamento, mostruosità… Non sono un illuso e so, come canta Guccini, che “a canzoni non si fan rivoluzioni”… tuttavia ho la fortuna di poter dire la mia a suon di musica, e provo a seminare il germe della ribellione a questo stato di cose.
Com’è nata la tua passione per la musica?
Me l’ha trasmessa mio padre, che aveva un orecchio musicale straordinario, che a 9 anni mi ha messo su di un palco a cantare… una sorta di trasmissione genetica.
Una cosa si può dire sul tuo album: appare assai genuino, diretto ed immediato…
Se chi l’ascolta pensa questo vuol dire che ho centrato l’obiettivo: che poi è quello di scrivere la mia visione del mondo attraverso le note musicali e le parole cantate.
E’ stato lungo il lavoro di preparazione per questo nuovo album?
Beh, alcune canzoni erano già quasi pronte quando uscì il primo album… altre sono arrivate dopo: diciamo che i tre anni che separano i due album sono l’orizzonte temporale giusto per questo secondo lavoro.
Immagino sia un album che consideri tuo a 360°…
Ovvio, lo ripeto con la “scusa” delle canzoni disegno il quadro di un mondo che più mi piace…
Conoscere quello che succede intorno a noi, pensi ci permetta di conoscerci meglio?
La conoscenza e la curiosità sono le armi che dobbiamo continuare ad usare con maggior convinzione e dimestichezza: sono le fondamenta per tutto ciò che si può costruire insieme.
Oggi chi fa musica può avere più mezzi tecnologici per far nascere le sue canzoni. Una cosa positiva o che nasconde qualche insidia?
La tecnologia può essere un’altra arma straordinaria da utilizzare e anch’essa bisogna conoscerla meglio… tuttavia non può sostituire la capacità, la fantasia e la bellezza che devono nascere dentro di noi.
Quanta importanza riveste per te il lato “live” del tuo lavoro?
È essenziale: il live è decisamente più “democratico” del disco: in studio più soldi hai da investire più riesci a “vestire” un prodotto migliore, tecnicamente perfetto, ben confezionato… ma è la dimensione live che svela la verità della tua arte. Un momento emozionate, di scambio di energie, di confronto col pubblico… e lui non perdona, se si rende conto che non sei sincero in ciò che fai, se non sei vero, ma soltanto costruito, prima o poi ti chiede il conto di tutto.
Una parola anche per i ragazzi che suonano con te in questo disco…
Un enorme Grazie! Perché non solo credono nella mia musica e nel mio progetto, ma lo arricchiscono con la loro bravura, lo rendono proprio, lo modellano anche a loro misura: sono fondamentali per il mio lavoro.
Aldilà della musica, quali sono le tue passioni?
Mi piace leggere e scrivere, anche di musica – curo pure la webzine www.notelibere.net - poi amo andare al cinema e a ballare: rispetto al teatro ho un rapporto di odio/amore… ma prevale l’amore.
In questi anni, l’immagine, il look, tendono a predominare sulla sostanza… Come la vedi?
Anche il look deve rispettare la tua personalità, altrimenti non sei credibile: una cosa è atteggiarsi a qualcosa, altra cosa è essere quel qualcosa… Certo oggi per far parlare di sé basta poco se vuoi, ma al massimo puoi ottenere un successo che ti “consuma” e poi ti si dimentica in fretta.
Tra le tappe della tua carriera, quali ritieni siano state quelle più importanti?
Al primo posto c’è la mia esperienza con le Officine Schwartz – che cito tra i ringraziamenti: una grande palestra, una scuola che mi ha insegnato la completezza del fare musica. Poi la Banda degli Ottoni a Scoppio che mi ha permesso di coniugare l’impegno politico con la musica: da Sarajevo alla Palestina, dal G8 di Genova alla Val di Susa…
La musica può davvero rappresentare un linguaggio universale?
Eliminerei dalla tua domanda il può rappresentare e scriverei: la musica è un linguaggio universale.
Quanto conta la fantasia nelle tue composizioni?
Molto, insieme alla curiosità, alla sensibilità e alla ricerca di originalità.
A disco finito. Cos’hai provato?
Un parto al maschile, doloroso ma stupendo, ho dato vita alla mia creatura…
Sito Ufficiale:
www.giubbonsky.it
www.davverocomunicazione.com